Opis:
Dal parcheggio di Covarey, 1264m si prosegue a piedi fino a La Ville, dove termina la strada asfaltata. L' Avic è già visibile dalla partenza, una piramide nera che da il nome all'intero parco. Quante volte l'ho visto da tanti posti in valle d'Aosta. In località Magazzino parte il sentiero nel bosco. Quella di Champdepraz è la valle con la maggiore foresta di pini uncinati in Italia, e infatti mi accompagneranno fino al lago inferiore di Fie (o Fi). Dopo 45 minuti arrivo a Pra Oursie, l'alpeggio degli inglesi a quota 1789m dove è presente un agriturismo per chi volesse facilitare la salita all'Avic. Ammirato il vallone di Champdepraz dal belvedere, proseguo tra i pini fino ai ruderi delle baite di Fie, sul sentiero numero 7 per il Col Varotta. Alle baite seguo la traccia indicata dalla scritta Avic su un masso; risalgo il primo pendio fino ad un laghetto e quindi il torrente sino ai laghi superiori di Fie, sotto la parete est dell'Avic. Non vedendo ometti né tracce salgo al centro della pietraia, alquanto instabile, per poi fare un traverso verso destra alla crestina. Perdo un po' di tempo sulla pietraia e salgo anche troppo ma poi mi dirigo all'intaglio sulla crestina. Una discesa di una decina di metri con buoni appoggi e sono nel vallone adiacente. Qui sono presenti le tracce per il colle nord abbastanza ripido ma non così instabile come il resto. Già al colle si possono vedere Chatillon e Saint Vincent, ma a sinistra compare la ripida piertraia della cresta est. Essendo il sole coperto e arrivando nebbia, la piramide finale sembra quasi nera e l'avvicinamento tra ometti da trovare sul ghiaione non è facile. Arrivato alla base rocciosa, mi arrampico per un canalino alla fine del quale si trova una cengia con un cavo metallico. Dopo circa venti metri di salita c'è la parete di secondo grado di una decina di metri, ove è posto un canapone. Salendo ancora tra terrazzi e rocce affilate arrivo alla cresta aerea di una cinquantina di metri e si vede già la Madonnina. Con dei sali e scendi più o meno esposti arrivo in vetta. Si vede la cresta ovest che scende al Lac Gelè, e altri laghetti. La sagoma del Mont Glacier è riconoscibile nella nebbia, che invece copre il Monte Rosa e il Cervino. Estraggo la cassetta con il quaderno di vetta e lascio un pensiero; il precedente scritto è di due giorni prima, questo conferma che non è una cima frequentata da escursionisti. Con la nebbia non mi fido a passare per la cresta ovest e allora, dopo 30 minuti ridiscendo per la cresta nord-est. Sempre attenzione massima a massi e pietre instabili soprattutto in discesa. Io ho preso una bella botta al ginocchio dopo ore di attenzione, va beh guarirò. Oltre Pra Oursie ho incontrato solo marmotte e stambecchi, il che conferma l'isolamento dell' Avic. Rientro con qualche goccia dopo 10 ore e mezza soddisfatto per esser finalmente riuscito a salire su quella piramide vista tante volte. In solitaria. 31 Luglio 2018.