Opis:
26-06-2022: Anello del Monte Pizzul. Percorso Km. 7,400 Dislivello Mt. 535
Dal passo scendere lungo l'asfalto in direzione di Pontebba per poco meno di un km fino a trovare sulla destra l’inizio del sentiero CAI n.441. Si percorre un primo tratto a pendenza moderata in un rado bosco di conifere dove fioriscono a giugno la clematide, l’aquilegia comune, il geo ed il talittro. In breve il sentiero interseca un greto dirupato oltre il quale ci si innalza con qualche piccola svolta. La presenza di una vegetazione più bassa a mughi ed ontani apre progressivamente la visuale anche sulle pendici del monte di Val Dolce che si innalza sull’altro versante della valle. Dopo avere superato a tornantini una rampa erbosa si guadagna un costone panoramico affacciato sulla val Pontebbana e sul monte Salinchiet. Ha inizio ora il traverso lungo le pendici orientali del monte Pizzul tra splendide fioriture di giglio martagone, geranio silvano e licnide. Il percorso si fa un poco malagevole a causa della presenza di cespugli e zolle erbose che restringono il camminamento. Più avanti, attraversato un bel pendio erboso dove fioriscono la scorzonera, il trifoglio bruno e l’astro alpino, si arriva al ripiano sottostante la forca Pizzul. Lasciata a sinistra la traccia che scende verso il ricovero Pezzeit, si sale ancora con un paio di svolte raggiungendo la forcella immersa tra gli ontani. Tralasciato il sentiero che prosegue verso la dorsale del Salinchiet (vedi variante) e quello che scende verso casera Pizzul, ci si innalza verso destra con alcuni tornanti (segnavia CAI n.442). Il sentiero traversa ora quasi in quota, tagliando le ripide pale erbose del monte poi, dopo una piccola contropendenza, giunge in vista della forca di Lanza. In breve si arriva sulla ampia insellatura che separa il monte Pizzul dal monte Zermula, magnifico balcone naturale sulla conca e i monti di Paularo. La salita al monte Pizzul avviene tramite un sentierino non segnato che ha origine dalla forcella. Abbandonato quindi il segnavia CAI, si imbocca la traccia che sale a destra (est) seguendo la direzione del crinale. Con percorso facile ma ripido ci si innalza velocemente sui prati ricoperti dal botton d’oro e ancora segnati da linee difensive che il terreno franoso sta lentamente cancellando. Nei pressi della parte sommitale si interseca una trincea scavata nelle rocce rossastre del monte che conduce a sinistra verso resti di fortificazioni. Da qui si sale direttamente lungo il pendio erboso soprastante poi, giunti nei pressi di uno sperone roccioso dal quale si intravede la cima poco distante, ci si mantiene sulla sinistra passando davanti ad una galleria che trafora il costone. Ancora un breve strappo su ripide zolle erbose e si guadagna la vetta del monte Pizzul (m 1985, ometto, piccola croce). La cima, a torto trascurata, offre una bella visuale e si rivela assai ricca di testimonianze della Grande Guerra anche lungo il crinale che scende verso lo Zuc di Malaseit. A tale proposito è possibile calare nell'altro versante lungo il pendio erboso senza percorso obbligato per visitare alcune trincee ancora ben conservate e fortificazioni con feritoie. Mirando poi a destra, verso la linea di cresta, si arriva ad una piccola galleria che si apre su uno sperone roccioso a picco sul versante meridionale. Altri resti infine si trovano sul versante meridionale poco sotto la cima ma occorre attenzione alla ripidezza del pendio. Ridiscesi alla forca di Lanza, imboccare a destra il sentiero che cala verso il passo del Cason di Lanza (segnavia CAI n.442a) tralasciando subito a destra la deviazione per la ferrata dello Zuc della Guardia. Dopo una ampia ansa tra gli ontani il sentiero contorna sulla sinistra una estesa conca acquitrinosa abitata da una numerosa colonia di marmotte. Si prosegue la discesa tra i rododendri oltrepassando un greto e rientrando gradualmente nel bosco di larice e abete rosso. In breve ci si ritrova nei pressi della casermetta della Finanza e quindi al punto di partenza.